CRIMINOLOGIA e DIRITTO

L’omicidio a sfondo sessuale organizzato

violenzaL’omicidio a sfondo sessuale coinvolge un atto sessuale posto alla base di una sequenza di fatti che conducono alla morte. L’attuazione ed il significato di questo elemento sessuale varia a seconda dell’offender. L’azione può variare da uno stupro effettivo, che include la penetrazione (sia premortem sia postmortem), ad un’aggressione a sfondo sessuale simbolica, come l’inserimento di corpi estranei negli orifizi della vittima.

Il termine organizzato, utilizzato per descrivere l’offender di un omicidio a sfondo sessuale, è basato sia su una valutazione dell’atto sessuale stesso nonchè su un’analisi complessiva della vittima, della scena del crimine (compresa la presenza di eventuali staging) e della valutazione dei dati forensi raccolti. Queste componenti si combinano per delineare i tratti comuni ad un offender organizzato, cioè un individuo che sembra pianificare i suoi omicidi, seleziona le sue vittime e mostra un grande controllo sulla scena del delitto. Un approccio metodico e ordinato viene manifestato durante tutte le fasi del crimine. La vittima di un omicidio a sfondo sessuale, compiuto da un offender organizzato, è di solito una femmina della stessa razza dell’aggressore. Il caso di una persona single, che lavora e vive da sola, è comune in questo tipo di vittimologia, ma anche gli adolescenti maschi possono essere presi di mira. Il concetto di rischio corso dalla vittima è un fattore importante per la determinazione della vittimologia. Il rischio corso dalla vittima ha un duplice aspetto. Il primo è determinato dallo stile di vita, dall’occupazione e dai tratti fisici della vittima. Gli individui a basso rischio comprendono persone con stili di vita e occupazioni che non accrescono la loro possibilità di essere presi di mira come vittime. Quelli ad alto rischio, invece, sono persone che vengono bersagliate da un offender che sa dove e come trovarli, per esempio le prostitute o gli autostoppisti. Un basso livello di resistenza, riscontrato per esempio negli anziani e nei giovani, innalza il grado di pericolosità. Questo rischio può, inoltre, aumentare a seconda dei luoghi in cui la vittima diventa più vulnerabile, come le zone isolate. L’atteggiamento della vittima nei confronti della sicurezza è un altro fattore che può innalzare o diminuire il pericolo. Un atteggiamento mentale ingenuo, eccessivamente fiducioso o incurante nei riguardi della sicurezza personale, può innalzare le possibilità di un individuo di diventare una vittima.
Il secondo aspetto, che riguarda il pericolo corso dalla vittima, è il livello di rischio che l’offender affronta per commettere il crimine. Generalmente il pericolo per la vittima diminuisce se la scena del crimine è posta all’interno, in uno spazio chiuso, mentre aumenta se è posta all’esterno. Anche il momento della giornata in cui ha luogo il delitto contribuisce a costituire l’entità del rischio corso dall’offender: un’aggressione avvenuta a mezzogiorno pone l’offender in un pericolo decisamente maggiore rispetto ad una aggressione messa in atto in piena notte.
Di solito l’offender non conosce la vittima, ma la sceglie perché questa risponde ai determinati criteri soggettivi. Tali canoni sono visibili, in particolar modo, se ci troviamo in presenza di più vittime che condividono caratteristiche comuni come l’età, l’aspetto fisico, l’occupazione, l’acconciatura o lo stile di vita.

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Nel caso di un omicidio organizzato, in genere sono coinvolte varie scene del crimine: il luogo dove avviene il contatto iniziale o l’aggressione; il luogo della morte; il posto in cui viene abbandonato il cadavere. Se il primo confronto con vittima avviene in un luogo al chiuso, la scena del crimine in genere è al primo o al secondo piano di un edificio o di un’abitazione familiare. L’offender può, quindi, trasportare la vittima o il cadavere lontano dal luogo del primo incontro, il che comporta l’utilizzo di un veicolo (della vittima o dell’offender).
Le armi sono, di solito, portate sulla scena, ma vengono rimosse dall’offender dopo il completamento del crimine. Un assassino organizzato si avvale dei c.d. “strumenti di limitazioni” (nastro adesivo, bende, catene, corde, indumenti, manette, bavagli o componenti chimici). L’utilizzo di questi strumenti riflette un approccio metodico e una situazione di ordine precedente, durante e a seguito della perpetrazione del delitto. Se l’offender ha sufficiente tempo a disposizione, alcune delle prove incriminanti (come impronte digitali o eventuali orme) saranno rimosse, come potrebbe avere l’occasione di usare lo staging. Letteralmente esso rappresenta un “allestimento scenico” messo in piedi dall’assassino sulla scena del crimine, facendola apparire confusa e disorganizzata, per cercare così di distrarre e sviare la polizia. Può simulare anche un’attività criminale secondaria, come ad esempio una rapina o un rapimento, per sminuire il vero scopo dell’omicidio sessuale.
Dalla scena del crimine possono inoltre mancare oggetti sottratti come trofei o souvenir (fotografie, gioielli, indumenti o documenti della vittima) che per l’offender celebrano il successo della sua impresa e sono prova delle sue abilità.
Infine, il luogo in cui il cadavere viene abbandonato è spesso un’area conosciuta dall’offender.
Comuni reperti d’interesse forense di un omicidio a sfondo sessuale organizzato possono essere: segni di morsi e tracce di saliva sul corpo, liquido seminale, lividi o tagli sugli organi sessuali.
L’atto dell’uccisione può venire “eroticizzato” e, in questo caso, la morte avviene in modo lento o deliberato. Comune, in questi casi, è rinvenire nell’asfissia la causa della morte. Un esempio di questo comportamento è dato dal continuo stringere e rilasciare una corda intorno al collo della vittima mentre entra ed esce da uno stato di incoscienza. Può, inoltre, verificarsi un’attività sessuale perimortem: in tal caso gli atti sessuali avvengono durante l’uccisione.

Dato che l’offender è spesso un individuo socialmente abile, utilizza strumenti verbali (il raggiro) per catturare la propria vittima: può intraprendere una conversazione o una pseudo relazione come preludio all’aggressione, come può impersonare un altro ruolo (come quello di agente di polizia o di guardia di sicurezza) per ottenere la fiducia della vittima. Affinché questa fiducia sia ancora maggiore, l’offender spesso è ben vestito, con un abbigliamento da uomo d’affari o casual.
Questo tipo di criminale utilizza un approccio metodico e seleziona la vittima dopo aver perlustrato la zona. Durante gli interrogatori dei vicini, deve essere posta particolare attenzione riguardo ad estranei visti indugiare nel quartiere o ad un qualsiasi individuo le cui azioni o il cui aspetto rispecchiano le caratteristiche sopra descritte.
L’assassino organizzato ritorna spesso a controllare alcune o tutte le scene del crimine (i luoghi del sequestro, dell’aggressione o il posto in cui è sepolto il corpo). Può, inoltre, prender parte all’indagine in modo cooperativo o fornendo false informazioni. Questo atteggiamento ha due scopi principali: controllare lo stato dell’indagine e rivivere il delitto.
Un possibile presunto colpevole può avere commesso in passato crimini minori, che sono diventati via via più gravi fino all’omicidio indagato. È necessario controllare il suo passato alla ricerca di avvenimenti che possono aver causato un forte stress, come problemi finanziari o lavorativi, oppure problemi familiari, coniugali o riguardanti un qualsiasi tipo di relazione. Può aver cambiato residenza o posto di lavoro di recente. È anche possibile che abbia lasciato la propria città dopo l’omicidio.

Pubblicato da Roberto Loizzo

Avvocato e Criminologo Forense. Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari “A. Moro”, con tesi di laurea su “Le prove non disciplinate dalla legge: le prove scientifiche”; Criminologo Forense con titolo conseguito presso l’Università Carlo Cattaneo LIUC di Castellanza (VA), con tesi di laurea su “L’abuso sessuale infantile: giurisprudenza e mezzi di contrasto; Lavora nell’ambito penale occupandosi di criminalità e minori; Autore di articoli con analisi criminologica dei fatti di cronaca per le testate giornalistiche Barilive.it e CorrieredellePuglie.com; Docente presso Master Universitario di I e II livello in Criminologia Sociale alla PST BIC di Livorno per a.a. 2011 – 2012; Vice Presidente Associazione Culturale InformAEticaMente Vincitore di Principi Attivi 2012; Presidente Sezione Bari Associazione ONLUS "Sentieri delle Legalità" Per info, contattatemi all’indirizzo mail [email protected]