CRIMINOLOGIA e DIRITTO

Il mostro di San Valentino

gaglianoBartolomeo Gagliano nasce a Nicosia, in Sicilia, nel 1959, ma da bambino si trasferisce con genitori, Giuseppina Di Grazia e Antonio Gagliano, a Savona. Cresce in una famiglia normale ed ha un’infanzia contenuta nei classici canoni, ma a soli 22 anni, nel gennaio del 1981, uccide una prostituta tossicodipendente sua amante, Paolina Fedi, di 26 anni, spaccandole la testa con un sasso. La donna lo aveva minacciato di rivelare i dettagli della loro relazione alla fidanzata ufficiale del Gagliano, che intanto aveva già prefissato la data delle nozze. Per quel delitto viene dichiarato incapace di intendere e di volere e condannato a 10 anni di reclusione da trascorrere presso il manicomio giudiziario di Aversa (Caserta).

Nell’ottobre del 1983, durante una licenza premio, Gagliano sequestra un’intera famiglia, poi un tassista, poi ancora una famiglia in un negozio e infine si arrende alla polizia. Viene di nuovo internato nell’ospedale psichiatrico di Montelupo (Firenze), ed è lì che conosce Francesco Sedda. Sedda, nato a Nuoro nel 1958 ma residente in Liguria, è un delinquente come ce ne sono tanti, a partire dai 18 anni , si dedica esclusivamente ai furti e alle rapine, è inoltre tossicodipendente e sieropositivo . Francesco però è anche, secondo una perizia psichiatrica dell’epoca, totalmente infermo di mente.Per questo, dopo l’ennesima condanna per furto, viene rinchiuso nel manicomio giudiziario di Montelupo. I due nell’ospedale stringono non solo un’amicizia, ma un vero e proprio legame di sangue tra due uomini sconfitti dalla vita.

Sedda e Gagliano evadono dall’ospedale l’11 gennaio del 1989 e l’8 febbraio uccidono un transessuale uruguayano, Nahir Fernandez Rodriguez di 32 anni. Gli sparano in faccia con una pistola calibro 7,65 e poi lo abbandonano in una boscaglia lungo l’autostrada Milano-Genova .

Il 14 febbraio, San Valentino, gli assassini freddano Francesco Panizzi, un travestito tossicodipendente di 34 anni, conosciuto nell’ambiente col nome di “Vanessa”. Panizzi si era appartato con un cliente in auto, un operaio divorziato di 34 anni, quando qualcuno si è avvicinato all’auto e ha cercato di forzare la portiera. Convinto di essere vittima di una rapina, Vanessa scende dalla macchina deciso a consegnare la borsa al malvivente che però fa fuoco con la propria calibro 7,65. Il cliente viene ferito solo di striscio, ma per Panizzi non c’è niente da fare: il proiettile gli trapassa la faccia.

Passano solo 24 ore e una prostituta, Laura, viene orrendamente ferita da un proiettile calibro 7,65, che le trapassa la gola e le frattura la mascella ma, per sua fortuna, senza ucciderla. Questa volta però c’è un testimone, uno studente (soprannominato dai media come lo “studente nottambulo”) che ha visto l’aggressore. Un uomo alto 1.70, con i capelli ricci e neri. L’identikit porterà all’erroneo arresto di un cuoco disoccupato, il 18 febbraio, che per fortuna rimarrà in galera solo 2 giorni. Nel frattempo i giornali ricevono telefonate anonime di un “giustiziere” che dichiara di aver contratto l’Aids con una prostituta e di volersi vendicare uccidendo le ultime cinque con cui ha avuto rapporti.

Il 20 febbraio, Gagliano viene fermato, per puro caso, da un posto di blocco. Gli agenti lo riconoscono subito come l’uomo evaso dall’ospedale di Montelupo e lo mettono in stato di fermo. A bordo dell’Opel Corsa guidata da lui condotta vengono inoltre rinvenuti 2 bossoli calibro 7,65, sparati dalla stessa pistola che quella settimana ha freddato 2 uomini e ferito gravemente un terzo.

Gagliano viene arrestato e in carcere tenta subito il suicidio. Dopo poco tempo, braccato dalla polizia, anche Sedda si arrende e si costituisce. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’esecutore dei delitti sarebbe stato sempre Gagliano, mentre Sedda avrebbe solo partecipato sia di persona che alla pianificazione degli stessi. Non è escluso che fosse proprio lui il mitomane che telefonava ai giornalisti.

Entrambi vengono dichiarati nuovamente infermi di mente e rispediti nell’ospedale psichiatrico giudiziario, questa volta in Emilia Romagna, ancora una volta compagni di cella. I due Serial Killer faranno ancora parlare di sé in azioni solitarie. Nel 1991, Sedda evade e partecipa ad una rapina in provincia di Genova. Riportato di nuovo all’ospedale psichiatrico, vi resterà fino alla morte nel 1994, a soli 36 anni.

Bartolomeo Gagliano, invece, continua a far parlare di sé con ripetute evasioni dall’ospedale. E’ stato fermato con addosso degli esplosivi, ha ferito una donna durante un rapporto sessuale, ha ferito un metronotte che lo ha sorpreso a rubare e infine è stato ritrovato armato e in possesso di molta droga. Le successive evasioni “registrate” dalle cronache risalgono al dicembre 1990, con un successivo arresto del 5 gennaio 1991. Ancora nel giugno 1994, scappa dal suo luogo di reclusione. Nel 2008, dopo il nuovo arresto per una serie di rapine commesse tra il 2005 e il 2008, il Tribunale di sorveglianza esita di fronte a una richiesta di permesso per visitare un familiare malato in ospedale.

Dopo la sesta evasione del mostro di San Valentino, viene infine aperto un fascicolo dalla Procura di Genova per indagare sul perché sono stati dati nuovi permessi all’omicida con il vizio della fuga.