CRIMINOLOGIA e DIRITTO

L’omicidio a sfondo sessuale misto.

omicidioNelle passate pubblicazione abbiamo avuto modo di affrontare le tematiche legate agli omicidi sessuali organizzati e disorganizzati. Oggi proviamo a chiudere il cerchio andando a trattare una tipologia di omicidio molto particolare e, a livello investigativo, difficile da gestire: l’omicidio a sfondo sessuale misto.
Tale tipologia di omicidio presenta, agli occhi degli inquirenti, una scena del crimine che riflette sia aspetti di crimini organizzati sia aspetti di crimini disorganizzati e, questo, può essere dato da diversi motivi.
Un primo elemento è dato dalla possibilità che più di un offender sia coinvolto nel crimine, quindi possono esserci diversi schemi comportamentali che sono stati adottati per commettere quell’omicidio.
Altro elemento che ci può portare a pensare di trovarci dinanzi ad un omicidio attuato in modo misto è che l’aggressione può iniziare in modo ordinato e pianificato ma precipitare quando ha luogo un avvenimento inaspettato, come l’incapacità di controllare la vittima. Questa situazione, quindi, comporta una reazione dell’offender che non era stata pianificata e, quindi, è costretto ad improvvisare sull’istante. Il movente principale dell’aggressione, ad esempio, può essere solamente lo stupro, ma la resistenza della vittima o lo stato emotivo dell’offender possono condurre all’omicidio. Questa situazione è particolarmente frequente nel caso di uno stupratore ostile o vendicativo.
Come abbiamo avuto modo di dimostrare in passato, la scelta della vittima può riflettere un offender organizzato che seleziona la vittima e la pedina, tuttavia il corpo può essere nascosto malamente o non del tutto e, questo, riflette la tipologia tipica di un omicida disorganizzato e, pertanto, sulla scena del crimine avremo una commistione di modalità di commissione del reato. L’arma scelta è un’arma occasionale (per esempio una pietra) che viene lasciata sulla scena, e la scena stessa presenta un gran disordine.

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Theodore Robert Bundy è stato un serial killer statunitense, autore di almeno 30-35 omicidi ai danni di giovani donne tra il 1974 e il 1978.

Anche le modalità con cui avviene l’omicidio può riflettere una situazione di omicidio “misto”. I reperti d’interesse forense possono rivelare un’aggressione improvvisa, segni di overkill, traumi da colpo secco e spesso anche l’utilizzo di un’arma fisica (mani e piedi). Molte caratteristiche comportamentali dell’offender, manifestate durante la perpetrazione del reato, possono riflettere vari livelli di organizzazione o disorganizzazione. Anche la giovane età dell’offender, e l’abuso di droghe o alcool, possono contribuire ad una caratterizzazione mista della scena del crimine, così come fattori di stress esterni possono alterare il comportamento dell’offender. Agenti precipitanti che causano un accumulo di tensione possono condurre a un’aggressione improvvisa e impetuosa da parte di un individuo che, in altre circostanze, si sarebbe avvicinato con un piano preciso e in modo controllato.
Ted Bundy è un esempio di offender organizzato che agisce in modo disorganizzato a causa di fattori esterni. In tutti i suoi casi di sequestro, stupro ed omicidio precedenti agli omicidi Chi Omega, Bundy sceglieva attentamente le vittime, le pedinava e ne nascondeva meticolosamente i corpi. Il disagio di una vita da fuggitivo, unito ad altri fattori, lo ha condotto a diventare quell’esplosivo offender spree che colpiva a randellate vittime casuali (sebbene fossero tutti studentesse universitarie, questa scelta era accidentale se confrontata con la solita attenta selezione delle vittime).
Bundy utilizzava armi di convenienza prese sulla scena e lasciate poi nelle vicinanze della stessa. Abbandonava i corpi ben in mostra sul luogo del delitto, differentemente dai suoi precedenti tentativi di occultamento dei cadaveri. Tutte le azioni appena citate descrivono il tipico comportamento di un assassino disorganizzato.

Pubblicato da Roberto Loizzo

Avvocato e Criminologo Forense. Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari “A. Moro”, con tesi di laurea su “Le prove non disciplinate dalla legge: le prove scientifiche”; Criminologo Forense con titolo conseguito presso l’Università Carlo Cattaneo LIUC di Castellanza (VA), con tesi di laurea su “L’abuso sessuale infantile: giurisprudenza e mezzi di contrasto; Lavora nell’ambito penale occupandosi di criminalità e minori; Autore di articoli con analisi criminologica dei fatti di cronaca per le testate giornalistiche Barilive.it e CorrieredellePuglie.com; Docente presso Master Universitario di I e II livello in Criminologia Sociale alla PST BIC di Livorno per a.a. 2011 – 2012; Vice Presidente Associazione Culturale InformAEticaMente Vincitore di Principi Attivi 2012; Presidente Sezione Bari Associazione ONLUS "Sentieri delle Legalità" Per info, contattatemi all’indirizzo mail [email protected]