CRIMINOLOGIA e DIRITTO

Triade di MacDonald

triade-macdonald.jpgAlcuni serial killer mostrano nella fanciullezza uno o più dei segnali di avvertimento noti come Triade di MacDonald.

Questi sono 3 (da qui, naturalmente, il concetto di triade):

Piromania, ovvero la mania di accendere fuochi, invariabilmente solo per il gusto di distruggere le cose.

Crudeltà verso gli animali (correlata allo Zoosadismo). Molti bambini possono essere crudeli verso gli animali, per esempio strappando le zampe ai ragni, ma i futuri serial killer spesso uccidono animali più grossi, come cani e gatti, e frequentemente solo per il loro piacere solitario, invece che per impressionare i loro pari.

Enuresi Notturna, ovvero fare la pipì a letto oltre l’età “normale” entro cui i bambini cessano tale comportamento.

Questi tre comportamenti sono stati riscontrati dalla maggioranza dei serial killers intervistati e/o studiati dall’ F.B.I.

L’enuresi è un comportamento non inusuale nei bambini, quella però qui presa in considerazione è una forma quasi patologica e protratta anche fino all’età di quindici/sedici anni. Spesso ha un effetto doppiamente negativo per il soggetto. Sensazioni di inadeguatezza, immaturità e vergogna sono frequentemente aggravate dalle reazioni sproporzionate dei genitori o di altri parenti come zii o fratelli/sorelle che deridono il soggetto provocando un ulteriore trauma ed una escalation di rabbia dovuta alla sensazione di impotenza.

Per piromania anche qui si intende una forma vicina alla patologia dove vi sia una sensazione rispettoberkowitz_arrest201.jpg all’appiccare i fuochi molto vicina alla compulsione, un atto che gratifica molto il soggetto e che pretende di essere ripetuto in modo ossessivo. Esempio fulgido il giovane David Berkowitz, il killer di coppiette di New York, che da adolescente era riuscito ad accendere più di duemila fuochi nell’area metropolitana di New York.

Infine, per quanto riguarda la crudeltà sugli animali non si può realmente parlare di forme patologiche e non ma casomai di gravità delle manifestazioni. L’atto infatti è di per se un segnale di anomalie caratteriali del bambino. Si considerano gravi le forme in cui oltre alla tortura di animali domestici si passa all’uccisione e allo smembramento di animali da cortile o domestici. Il giovane Edmund Kemper era terribilmente affascinato dalla morte e dal “funzionamento” degli esseri viventi e, oltre a praticare pericolosi giochi con sua sorella, catturava, squartava e sezionava con rinnovato e sempre più morboso interesse i gatti del vicinato.
Jeffrey Dahmer, dal canto suo, passava intere giornate in cerca di animali morti per strada, li portava a casa e dopo averli sezionati, fotografati disegnati e dipinti nelle varie fasi della dissezione compiva esperimenti sullo sciogliere i resti con l’acido oppure triturare le ossa e liberarsi per altri versi delle carni. In modo prevedibile queste insane pratiche giovanili sono divenute le esperte tecniche di un adulto serial killer, organizzato in ogni minimo dettaglio.

Un altro importante tema analizzato è il grado di adattamento sociale. Un altro paradigma sembra affiorare a questo proposito. Più precisamente quello che nonostante i mezzi mentali e familiari di ottenere successo dalle attività della vita, molto spesso queste persone hanno grosse difficoltà con la scuola, il lavoro, il servizio militare.
Ad esclusione di pochi, la maggior parte dei serial killers sarebbero perfettamente in grado di trovare lavori di concetto ed inserirsi nella società. Questo, però, non succede nella maggior parte dei casi.
john_wayne_gacy2.jpgEsempi di questa categoria ce ne sono ovunque nella casistica statunitense, John Wayne Gacy, l’assassino vestito da clown, era un indefesso lavoratore; due volte cittadino dell’anno a Springfield, la capitale dell’Illinois, aveva un’impresa tutta sua ed era famoso per lavorare dalle dieci alle tredici ore al giorno.
Ted Bundy, conosciuto per essere un brillante studente di legge prima di iniziare la sua corsa omicida conclusa quasi in follia, non ha mai lavorato in un impiego stabile e si è alla fine lanciato in una serie di viaggi attraverso gli Stati dell’America con carte di credito false e soldi dei genitori e della sua compagna.

In conclusione possiamo dire che non sappiamo con certezza se questi siano gli elementi che fanno di un uomo un assassino seriale . Certo è che il concorso fra i fattori ambientali, familiari e caratteriali sopra elencati fanno sì che una persona si isoli gradualmente dalla società in modo patologico e carico di risentimento; l’isolamento stesso è conseguenza ed origine dello sviluppo della personalità antisociale in quanto la chiusura in se stessi, dovuta ad un cattivo rapporto con l’esterno, fa sì che i soggetti si allontanino anche da quelle figure potenzialmente positive come gruppi di pari ma anche insegnanti, genitori, dottori.

La Triade di MacDonald, che venne teorizzata nel 1963, è stata recentemente messa in discussione dai ricercatori. Essi notano che molti bambini e adolescenti accendono fuochi o nuocciono ad animali per diverse ragioni (noia, imitazione delle punizioni date dagli adulti agli animali domestici, esplorazione di un identità da “duro”, o perfino sentimenti di frustrazione).
È quindi difficile sapere se queste variabili siano davvero rilevanti per l’eziologia dell’assassino seriale e, se così è, quanto lo siano con precisione.